La dipendenza da tabacco e nicotina è un problema che affligge molte persone. Il fumo, oltre a essere un serio pericolo per la salute generale, aumenta anche il rischio di insuccesso degli impianti dentali, in particolare nelle settimane immediatamente successive all’intervento.
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Gli effetti del fumo sul cavo orale
Il fumo è uno dei fattori di rischio principali per diverse patologie. Di solito, quando si pensa ai danni che il fumo produce sui denti, il pensiero corre alle macchie di nicotina e all’alitosi. In realtà i danni causati dal fumo possono risultare molto più gravi: oltre a favorire l’aumento di deposito di placca, il fumo riduce anche la presenza di ossigeno, favorendo la sopravvivenza dei batteri più aggressivi e provocando di conseguenza l’infiammazione delle gengive. Nei fumatori, infatti, la possibilità di trovarsi a doversi confrontare con patologie quali la gengivite e la parodontite aumenta di 3 volte rispetto a chi non fuma. Inoltre, la parodontite ha un decorso molto più veloce nei fumatori e la sua diagnosi in tempi utili risulta molto più complessa. Questo dipende dal fatto che il fumo causa il restringimento dei vasi sanguigni, comportando così l’assenza di sanguinamento delle gengive.
Un altro aspetto da tenere ben presente è che il tabacco riduce le difese immunitarie e la produzione di saliva, la quale è un grande alleato nella pulizia dei denti e del cavo orale.
Lo studio
Ma c’è di più! Uno studio pubblicato sul Journal of Dentistry sostiene che il fumo incide negativamente sul successo degli impianti dentali. Fra i fumatori accaniti, infatti, il rischio di fallimento è il doppio rispetto a chi non fuma.
Inoltre il fumo aumenta anche il rischio che, successivamente, l’impianto si ammali.
Bisogna però precisare che per fumatori accaniti si intendono coloro che fumano oltre 10 sigarette al giorno.
Vediamo di approfondire meglio insieme l’argomento!
Fumo e impianti dentali: le conseguenze
Per osteointegrazione si intende quel processo mediante il quale un impianto dentale si integra perfettamente nell’osso mascellare o mandibolare.
Secondo lo studio, nei fumatori accaniti il rischio di una mancata osteointegrazione dell’impianto arriva addirittura ad essere fino a 5 volte maggiore se è presente anche una condizione di parodontite non controllata.
Questo perché la nicotina riduce l’apporto di sangue nella zona del nuovo impianto, danneggiando il tessuto osseo e incidendo quindi negativamente sul processo di osteointegrazione. Anche la guarigione risulterà molto più lenta e la cicatrizzazione tarderà a presentarsi.
Oltre a una mancata capacità dell’impianto di attecchire, in questi soggetti aumenta anche del 50% il rischio di una successiva perimplantite, ovvero un’infiammazione che colpisce i tessuti intorno all’impianto osteointegrato e che porta ad una perdita del tessuto osseo di sostegno.
Sono quindi tre i fattori che concorrono ad aumentare il rischio di fallimento dell’impianto in chi fuma:
- aumentata infiammazione gengivale e riduzione delle difese immunitarie
- aumentata attività del microcircolo sanguigno che rende più difficile l’osteointegrazione e la rimarginazione delle ferite
- il maggior rischio di perimplantite e quindi di problemi all’impianto.