Il solco gengivale: cos'è e perché è importante
Che cos’è il solco gengivale e perché dovresti preoccupartene? Leggi questo articolo per capire meglio di cosa si tratta e perché mantenerlo pulito e sano è fondamentale per la salute della tua bocca.
Che cos’è il solco gengivale?
Il solco gengivale è quella fessura che separa la superficie di ciascun dente dal tessuto gengivale. È una piccola scanalatura a forma di V che circonda la base di un dente.
Nella parte inferiore del solco c’è la giunzione smalto-cemento (amelo-cementizia), ovvero la giunzione tra lo smalto dentale della corona e il cemento della radice. Questa parte anatomica aiuta le gengive a rimanere attaccate alla superficie dei denti.
Quando è sano, il solco gengivale è aderente ai denti dalla base fino al punto in cui il dente emerge dalle gengive: questo lascia pochissimo spazio a qualsiasi sostanza esterna (come i residui di cibo) che cerchi di entrare nello spazio tra la gengiva e il dente. Quando, invece, viene trascurato o è affetto da uno dei disturbi che analizzeremo in seguito, lo spazio tra il dente e la gengiva è più largo e cibo e batteri possono penetrare più facilmente.
Il solco gengivale, quindi, aiuta a proteggere le gengive da infezioni e patologie.
Perché la sua profondità è così importante?
Normalmente la profondità del solco gengivale misura da 1 a 3 mm: se la profondità supera i 3-4 mm potremmo essere in presenza di una malattia gengivale.
Sicuramente ogni persona ha il suo standard di riferimento e nel corso del tempo le gengive potrebbero subire alterazioni ma il solco gengivale viene sempre utilizzato come riferimento per valutare la salute delle gengive.
Come viene esaminato?
Per misurare la profondità del solco gengivale viene utilizzata la sonda parodontale, uno strumento dotato di un’estremità millimetrata (una sorta di righello) che individua anche eventuali infiammazioni della gengiva. Per fare questo la sonda viene delicatamente posizionata sotto il margine gengivale.
Il cavo orale è stato suddiviso in sei aree definite sestanti: tre appartengono all’arco mascellare superiore e tre a quello inferiore.
I sestanti sono:
- superiore destro
- superiore anteriore
- superiore sinistro
- inferiore destro
- inferiore anteriore
- inferiore sinistro
L’esame della salute delle gengive assegna un punteggio che va da 0 a 4 a ciascun sestante dove 0 indica che il sestante è sano e non necessita di alcun trattamento mentre 4 richiede:
- istruzioni dettagliate sull’igiene orale quotidiana da rispettare
- trattamenti di igiene professionale
- valutazione di un trattamento terapeutico più complesso
Leggi il nostro articolo dedicato al sondaggio parodontale per approfondire l’argomento.
Solco gengivale infiammato?
In questo approfondimento abbiamo cercato di analizzare il solco gengivale come componente anatomica del nostro cavo orale; nel prossimo articolo elencheremo le patologie e i disturbi che possono colpirlo e capiremo quali sono i rispettivi trattamenti terapeutici coinvolti. Non dimenticare che anche quando si tratta del solco gengivale è la prevenzione la miglior alleata per evitare disturbi e infiammazioni: basterà semplicemente dedicarsi con attenzione all’igiene quotidiana lavandosi i denti nel modo corretto e passando il filo interdentale.
Hai ancora dubbi sull’argomento? Visita la pagina dei contatti del nostro sito dove potrai trovare anche un comodo modulo da compilare!
Cosa vuol dire avere le gengive bianche?
Avere le gengive bianche spesso suggerisce la mancanza di qualcosa nell’organismo. Diverse possono essere le cause di uno schiarimento delle gengive, da una semplice afta a una più complessa patologia infiammatoria. Lo scorso mese abbiamo parlato delle gengive nere, ora cerchiamo di analizzare i motivi per cui le gengive possono diventare bianche.
Quali sono le cause delle gengive bianche?
Ecco alcune delle cause più comuni delle gengive bianche:
Leucoplachia
La leucoplachia o leucoplasia è una condizione orale che si manifesta con una caratteristica placca bianca originata dall’eccessiva ed anomala cheratinizzazione dell’epitelio. Può comparire sia sulle gengive che sulla superficie interna delle guance. Le placche non possono essere rimosse con la normale igiene orale.
Sembra sia correlata al fumo di sigaretta e al consumo di alcool ma esisterebbero ad oggi anche alcune cause ancora ignote.
Se è vero che la maggior parte dei casi di leucoplachia sono ignoti, è vero anche che in alcuni casi rappresenta una condizione precancerosa, soprattutto se associata ad altre lesioni di color rosso.
Il nostro consiglio, quindi, è di contattare subito un dentista o un medico per approfondire l’origine delle placche.
Anemia
L’anemia è la riduzione patologica dell’emoglobina al di sotto dei livelli di normalità. Questo porta come diretta conseguenza la ridotta capacità del sangue di trasportare ossigeno.
L’anemia si presenta in diverse forme a seconda della causa sottostante. Tra quelle più comuni ci sono: carenza di ferro o vitamina B12, morbo di Chron e celiachia.
I sintomi dell’anemia includono:
- fatica
- vertigini
- debolezza
- battito irregolare
- fiato corto
- mal di testa
- mani e piedi freddi
Le persone che soffrono di anemia hanno spesso la pelle pallida, compreso il tessuto gengivale.
Afte
Le afte, o ulcere della bocca, sono lesioni che si sviluppano nel cavo orale e sulle gengive. Possono essere molto dolorose, soprattutto quando si parla, si mangia o si beve.
Le afte sono tipicamente rotonde o ovali e hanno un centro più chiaro e un bordo più scuro tendente al rosso.
Le afte che compaiono sulle gengive possono far sembrare bianche alcune aree del bordo gengivale ma non cambiano il colore di tutto il tessuto gengivale.
Gengivite
La gengivite è la forma più lieve della malattia parodontale. In Italia 20 milioni di persone oltre i 35 anni soffrono di problemi gengivali. Di solito è la scarsa igiene orale la causa più comune della gengivite.
Le persone che soffrono di questo disturbo possono avere le gengive irritate, di un rosso acceso e gonfie intorno alla base dei denti. Possono anche notare sanguinamento quando si lavano i denti e usano il filo interdentale. Col tempo, però, questa patologia può far diventare le gengive bianche ed essere la causa della loro recessione.
Candida orale
La candida orale, o mughetto, è un’infezione causata dal fungo Candida Albicans.
Compaiono delle piaghe bianche all’interno delle guance, sulla lingua o sulle gengive. I bambini, gli anziani e le persone che soffrono di diabete sono a maggior rischio di candidosi.
Estrazione dentale
Il trauma dell’estrazione di un dente può far diventare bianche le gengive che circondano il sito di estrazione. Le gengive di solito tornano al loro colore normale entro pochi giorni.
Valutazione delle gengive bianche allo Studio Dentistico Calvi
I sintomi che possono verificarsi insieme alle gengive bianche variano a seconda della causa soggiacente.
A volte, una persona potrebbe non avere altri sintomi. In altri casi, le gengive bianche possono essere accompagnate da:
- dolore
- rigonfiamento
- sanguinamento
- piaghe e lesioni
- denti sciolti
- arrossamento
- stanchezza, vertigini o debolezza
- mal di testa
- mani e piedi freddi
Tenere traccia di eventuali sintomi aggiuntivi può aiutarci a diagnosticare la causa precisa delle gengive bianche.
Se ti sembra che il colore delle tue gengive sia cambiato non esitare a fissare un appuntamento nel nostro studio.
Gengive nere: cause e trattamenti
Se è vero che il colore delle gengive sane ha una tonalità ben definita, è vero anche che questa tonalità può presentare differenti sfumature e peculiarità da persona a persona. Ma come comportarsi se le gengive hanno cambiato aspetto e colorazione? E in particolare, perché assumono una colorazione scura? Oggi scopriamo le cause delle gengive nere.
La gengiva è un tessuto molle che circonda i denti e li mantiene nella loro posizione. Quando sono in salute la loro colorazione varia dal rosso al rosato. Nel caso le tue gengive avessero assunto una tonalità diversa da quella a cui sei abituato è buona norma fissare una visita dal dentista quanto prima. In particolare presta molta attenzione se le gengive dovessero scurirsi.
Gengive nere: le cause
Queste sono le cause più comuni delle gengive nere
Melanina
Il corpo produce naturalmente melanina, una sostanza che conferisci più colore alla pelle, ai capelli e agli occhi. Più alto è il livello di melanina nel corpo, più scuri saranno i capelli, la pelle e gli occhi.
Le gengive nere o di color marrone scuro possono essere una diretta conseguenza dell’alto livello di melanina. Se le tue gengive sono sempre state molto scure allora non c’è motivo di preoccuparsi.
Tuttavia, se il colore delle gengive è cambiato in un lasso di tempo breve o se sono comparse macchie nere sulle gengive, probabilmente la causa non è la melanina e allora ti consigliamo di fissare una visita.
Fumo di sigaretta
È piuttosto noto, fumare provoca un’alterazione localizzata del colore delle gengive e del cavo orale in genere: questo fenomeno è conosciuto con il nome di “melanosi del fumatore”.
Le cellule specializzate del corpo chiamate melanociti producono la melanina. La nicotina nel tabacco può indurre i melanociti a produrre più melanina del solito.
Le gengive possono diventare più scure. Il cambiamento di colore può apparire a macchie o interessare l’intero cavo orale. Anche l’interno delle guance e il labbro inferiore possono esserne interessati.
Smettere di fumare riduce progressivamente (mesi o anni) le macchie.
Farmaci
La minociclina è usata per trattare l’acne e alcune infezioni, come la clamidia. Un effetto collaterale raro della minociclina è la pigmentazione o lo scolorimento, che a volte può verificarsi in bocca.
Gengivite ulcero-necrotica acuta
È una forma di infezione gengivale anche nota come “stomatite di Vincent”. Provoca febbre, dolore alle gengive e alitosi. L’infezione può causare l’annerimento delle gengive se uno strato di tessuto morto si accumula su di esse.
Questa patologia è causata da una rapida sovracrescita di batteri nella bocca, solitamente a seguito di una gengivite. I batteri si accumulano per la scarsa igiene orale, lo stress, la mancanza di sonno o come diretta conseguenza di un’alimentazione squilibrata.
Possiamo trattare questa infezione direttamente in studio attraverso una scrupolosa terapia.
A livello domiciliare risciacquare la bocca con un collutorio e mantenere puliti i denti aiuterà a prevenire le infezioni ripetute.
Morbo di Addison
La malattia di Addison colpisce le ghiandole surrenali, che producono una varietà di ormoni. Il disturbo impedisce a queste ghiandole di produrre ormoni in quantità sufficiente.
I primi sintomi includono:
- stanchezza
- eccessiva sete
- perdita di peso involontaria
- mancanza di appetito
- indebolimento muscolare
Con il suo progredire la malattia di Addison può anche essere la causa delle gengive nere. Il termine medico in questo caso è iperpigmentazione.
Il trattamento delle gengive scure allo Studio Dentistico Calvi
Essendo molte e diverse le possibili cause delle gengive nere, il trattamento dipenderà da quella specifica che le ha originate. Condizioni come infezioni gengivali o morbo di Addison di solito richiedono una terapia farmacologica.
I cambiamenti di colorazione causati dal fumo sono reversibili a condizione che si smetta di fumare.
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PROTESI TORONTO BRIDGE: CHE COS’È?
In implantologia dentale la tecnica Toronto Bridge viene utilizzata spesso, soprattutto in caso di edentulia totale, ovvero quando mancano tutti i denti di un’intera arcata. Proviamo a descrivere la tecnica e a capire quali sono i pazienti idonei.
Toronto Bridge è il nome di una protesi fissa usata per sostituire i denti di un’intera arcata dentale: si tratta, infatti, di una protesi completa dotata di flangia (una gengiva finta e fissa), e può sostituire fino a 12 denti per arcata, fissati tramite degli abutment ad impianti dentali in titanio grazie alla tecnica di implantologia a carico immediato o, in altri casi, a carico ritardato.
Quale paziente è idoneo per questo tipo di tecnica?
Tutti i pazienti che godono di una buona struttura ossea possono essere sottoposti ad intervento chirurgico per l’applicazione di una protesi fissa Toronto Bridge. Nonostante i denti da sostituire siano 12, gli impianti su cui sarà fissata la protesi sono solo 4 (All on 4) o 6 (All on 6).
I tempi di applicazione sono ridotti e l’applicazione del carico immediato All on 4 permette di uscire in sicurezza dalla clinica dopo l’intervento implantare senza la paura che la protesi si muova o si stacchi dalla sede.
La protesi Toronto Bridge è una delle migliori alternative alla protesi mobile (la classica dentiera), perché essendo ancorata agli impianti osteointegrati, il paziente non avrà sensazione di mobilità, ritrovando sicurezza e fiducia in ogni aspetto della sua vita quotidiana.
Toronto Bridge a Foligno: scegli lo Studio Dentistico Calvi
Se sei stanco della protesi mobile oppure non vuoi proprio saperne di optare per questa soluzione allora la protesi Toronto Bridge è quello che fa per te. Contattaci e fissa un appuntamento per la pianificazione implantare e la presa delle impronte digitali.
Sondaggio parodontale: che cos'è?
Il sondaggio parodontale è una mappatura della bocca che pone l’accento sulla situazione dei tessuti molli (le gengive). Che cosa misura? A che cosa serve? Scopriamolo in questo approfondimento.
Che cos’è il sondaggio parodontale?
Il sondaggio parodontale è il processo di misurazione delle tasche gengivali, ovvero lo spazio tra un dente e il tessuto gengivale che lo circonda. Per farlo si utilizza uno strumento noto come sonda parodontale che viene inserita con molta attenzione in questa cavità. La sonda ha degli indicatori (segni) proprio come quelli che ci sono su un metro che indicano quanto in profondità lo strumento arriva: in base alla profondità raggiunta si determinerà lo stato di salute della tasca gengivale.
Generalmente vengono prese sei misurazioni per ciascun dente per assicurarsi un’analisi quanto più accurata. Durante la misurazione si effettua anche un controllo sulla presenza di sanguinamento ed eventuali aree di recessione gengivale.
Le tasche di un tessuto gengivale sano misurano indicativamente da 1 a 3 mm e aderiscono strettamente al dente. Se la tasca misura dai 4 mm in su significa che placca e batteri stanno infiammando il tessuto e lo stanno allontanando dal dente. Solitamente a queste misurazioni corrisponde anche una maggior sensibilità al sondaggio parodontale.
In casi gravi il sondaggio può rivelare profondità di 12 mm. Queste condizioni patologiche non sono trattabili con la quotidiana igiene orale: è il momento di effettuare una pulizia delle tasche gengivali.
Che cosa rivelano le misure?
Il sondaggio parodontale è un’analisi accurata e può aumentare di molto le chance di non perdere un dente compromesso. La profondità delle tasche parodontali rivela quanto sono sane le gengive, ecco un range indicativo delle misurazioni:
- da 0 a 3 mm senza sanguinamento – risultato ottimale, significa che le gengive sono sane e che l’igiene orale domestica viene svolta con scrupolo
- da 1 a 3 mm con sanguinamento – i primi segni di gengivite, è necessario prestare più attenzione all’igiene orale quotidiana ed effettuare sedute di igiene orale professionale con frequenza maggiore
- da 3 a 5 mm senza sanguinamento – siamo in presenza di una potenziale patologia a carico del tessuto gengivale; l’igiene orale quotidiana non riesce a raggiungere una profondità maggiore di 3 mm quindi sarà necessario valutare la situazione in studio
- da 3 a 5 mm con sanguinamento – è il primo stadio di una malattia delle gengive o l’inizio di una parodontite; in presenza di un rilevamento simile sono necessari accertamenti, un’igiene orale domestica più scrupolosa e un trattamento parodontale professionale
- da 5 a 7 mm con sanguinamento – tessuti molli e duri danneggiati e possibile riduzione della dimensione ossea; è necessario un trattamento approfondito per evitare di perdere il dente
- da 7 mm in su con sanguinamento – è lo stadio avanzato di una malattia parodontale e richiede intervento immediato ed esteso; potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per rimediare alla perdita di osso; sicuramente andrà effettuata con frequenza una terapia parodontale di mantenimento per stimolare la guarigione
Sondaggio parodontale a Foligno
Le malattie parodontali non sempre manifestano sintomi evidenti nel loro stadio iniziale e possono passare inosservate. Abbiamo di recente pubblicato un articolo sui sintomi della gengivite che può aiutarti a individuare con anticipo le prime avvisaglie di una patologia ai danni del tessuto gengivale. Ti suggeriamo comunque di effettuare scrupolose visite periodiche per avere sempre la situazione sotto controllo: se vuoi effettuare un sondaggio parodontale a Foligno fissa un appuntamento nel nostro studio.
La relazione tra secchezza delle fauci e malattie delle gengive
La domanda che ci poniamo oggi è: esiste una correlazione tra secchezza delle fauci e l’insorgenza delle malattie parodontali? Chi soffre di xerostomia (la definizione scientifica della condizione prolungata della “bocca secca”) è più soggetto allo sviluppo di gengiviti e parodontiti? Cerchiamo di analizzare il rapporto tra questi due disturbi del cavo orale.
Tutti noi abbiamo sperimentato episodi di secchezza della bocca di tanto in tanto, come quando siamo disidratati dopo l’esercizio fisico o soffriamo di un raffreddore che ci impedisce di respirare normalmente.
Ma la secchezza delle fauci, o xerostomia, è una condizione cronica per cui le ghiandole salivari non riescono a produrre abbastanza saliva per mantenere la bocca costantemente umida. La saliva svolge un importantissimo compito nella nostra bocca: sciacquare via residui di cibo, batteri e corpi estranei. Senza questa azione “depuratrice” può aumentare notevolmente la possibilità di insorgenza di carie e malattie che interessano le gengive. Sebbene all’inizio la secchezza delle fauci possa sembrare solo un fastidio passeggero, se persiste, consigliamo vivamente di consultare un dentista poiché trascurarla potrebbe essere un errore.
Secchezza delle fauci: cause
Queste sono le principali cause che inducono la xerostomia:
- effetti collaterali di alcuni farmaci indicati per trattare condizioni come depressione, ansia, acne, epilessia, ipertensione e asma
- disidratazione
- fumo di sigaretta
- eccessivo consumo di alcolici
- eccessivo consumo di cibi zuccherati
- l’abitudine di respirare con la bocca
- radioterapia
- ostruzioni nasali
- diabete non controllato
- naturale invecchiamento
Xerostomia e malattie delle gengive
Purtroppo chi è affetto da secchezza delle fauci è un ottimo candidato per sviluppare le malattie gengivali. Se non trattata, la xerostomia consente ai batteri e alla placca di rimanere sui denti dove potrebbe dare origine alla gengivite. Questa potrebbe poi evolvere in una più grave parodontite.
Come abbiamo avuto modo di vedere i sintomi della gengivite sono piuttosto definiti:
- gengive gonfie
- gengive di un evidente color rosso scuro
- gengive che sanguinano facilmente quando ti lavi i denti o passi il filo interdentale
- alito cattivo
- recessione gengivale
- gengive “molli”
Come trattare la secchezza delle fauci
Come sempre vale il mantra “prevenire è meglio che curare”: in questo caso il valore della prevenzione è doppio perché non solo si combatte la xerostomia ma si evitano sul nascere i rischi dello sviluppo di complicazioni ben più serie.
Trattare la secchezza delle fauci significa, per esempio, andare a correggere eventuali cattive abitudini acquisite come l’eccessivo consumo di alcolici o cibi zuccherati o semplicemente allenarsi a respirare con il naso invece che con la bocca. Se la causa risiede nell’assunzione di determinati farmaci si cercherà di capire come sostituirli opportunamente. E nel caso del fumo di sigaretta sarà necessario ridurre se non addirittura abbandonare il vizio.
Fai un check-up allo Studio Dentistico Calvi
Il miglior consiglio che possiamo darti è di prestare molta attenzione ai sintomi che il tuo cavo orale presenta: non ci stanchiamo mai di ripetere che agendo tempestivamente tutto si può risolvere agevolmente. Se ritieni che la secchezza della tua bocca meriti un controllo ti invitiamo a fissare subito un appuntamento nel nostro Studio!
La differenza tra perimplantite e mucosite perimplantare
Sebbene gli impianti dentali rappresentino una soluzione a lungo termine in caso di perdita di uno o più denti, è possibile che insorgano complicazioni, a volte anni dopo che gli impianti sono stati posizionati. La mucosite perimplantare e la perimplantite sono patologie che possono insorgere in caso di negligenza. Vediamo come si sviluppano.
Che cos’è la perimplantite?
La malattia perimplantare ha due forme distinte: mucosite perimplantare e perimplantite. Entrambe le malattie sono identificate da una reazione infiammatoria nei tessuti intorno all’impianto causata dall’accumulo di batteri.
La mucosite perimplantare è limitata ai tessuti molli che circondano l’impianto dentale e non influisce sul tessuto osseo a supporto dell’impianto.
Più grave è la perimplantite che colpisce i tessuti molli e l’osso che sostiene l’impianto. Senza trattamento, la mucosite perimplantare può trasformarsi in perimplantite e può provocare la perdita di osso intorno all’impianto, arrivando a causare anche il fallimento dell’intervento implantare.
I processi infiammatori che causano la mucosite perimplantare sono simili a quelli che provocano la gengivite. Una volta inseriti gli impianti, le glicoproteine nella saliva aderiscono alle superfici in titanio esposte, formando un biofilm che svolge un ruolo essenziale nello sviluppo di infezioni negli impianti dentali. La malattia perimplantare è stata anche associata ai batteri Gram-negativi anaerobici, che sono simili ai batteri che si trovano nei casi di parodontite grave e cronica. La mucosite perimplantare è generalmente accettata come precursore della perimplantite in un modo molto simile alla relazione tra gengivite e parodontite. Proprio come la gengivite, la mucosite perimplantare è reversibile e non necessariamente sfocia nella perimplantite. L’obiettivo principale nel trattamento della mucosite perimplantare è rimuovere il biofilm dalle superfici dell’impianto.
La mucosite perimplantare
Con un intervento precoce sui primi sintomi della mucosite perimplantare si può prevenire un’eventuale perimplantite, una diagnosi può essere fatta con un semplice esame clinico.
I sintomi includono sanguinamento e sensibilità al sondaggio, con profondità di sondaggio superiori a 4 mm. Altri segni di mucosite perimplantare includono arrossamento, iperplasia ed edema. A volte il pus può essere scaricato nel sito dell’impianto, ma la recessione gengivale non è sempre rilevabile e la perdita ossea radiologica non è generalmente evidente.
La perimplantite
La perimplantite viene diagnosticata quando sono presenti gli stessi parametri della mucosite perimplantare ma c’è anche una netta riduzione dell’osso di supporto. Questa diagnosi viene effettuata confrontando una radiografia di base eseguita al momento del posizionamento dell’impianto. Con una perdita ossea di 2 mm o più, è possibile che si sia sviluppata una perimplantite.
Curare la perimplantite
Analogamente a quanto accade con gengivite e parodontite, se la mucosite perimplantare viene curata tempestivamente si impedirà che questa possa sviluppare una più grave perimplantite. Se dovessi avere anche il minimo dubbio che si stiano manifestando i primi segni di una mucosite implantare non esitare a fissare un appuntamento attraverso il nostro modulo contatti.
Quali sono i sintomi della gengivite?
La gengivite è una forma comune e lieve di malattia parodontale che causa irritazione, arrossamento e gonfiore (infiammazione) delle gengive e interessa soprattutto la parte della gengiva attorno alla base dei denti. È fondamentale non sottovalutare la gengivite e trattarla prontamente. La gengivite, se non curata adeguatamente, può sviluppare malattie delle gengive più gravi come la parodontite, causare la perdita dei denti e, secondo recenti studi, anche lo sviluppo di alcune malattie sistemiche. Vediamo quali sono i sintomi della gengivite.
I sintomi della gengivite
Le gengive sane sono sode, di color rosa pallido e ben aderenti ai denti. Segni e sintomi della gengivite includono:
- gengive gonfie
- gengive di un evidente color rosso scuro
- gengive che sanguinano facilmente quando ti lavi i denti o passi il filo interdentale
- alito cattivo
- recessione gengivale
- gengive “molli”
Se noti alcuni di questi sintomi, fissa subito un appuntamento: prima cerchi assistenza, maggiori sono le tue possibilità di prevenire una possibile evoluzione della patologia da gengivite a parodontite.
Le cause più comuni della gengivite
Senza dubbio la causa più comune che porta allo sviluppo della gengivite è la scarsa igiene orale che incoraggia la formazione di placca sui denti, causando un’infiammazione dei tessuti gengivali circostanti. Ecco come la placca può portare alla gengivite:
- la placca si forma sui denti. La placca è un film invisibile e appiccicoso composto principalmente da batteri che si forma sui denti quando gli amidi e gli zuccheri contenuti negli alimenti interagiscono con i batteri normalmente presenti nella bocca. È necessario rimuovere la placca quotidianamente, anche più volte al giorno, perché questa tende a formarsi continuamente.
- la placca si trasforma in tartaro. La placca che rimane sui denti può indurirsi sotto il bordo gengivale prendendo il nome di tartaro. Il tartaro rende la placca più difficile da rimuovere, crea uno scudo protettivo per i batteri e provoca irritazione lungo il bordo gengivale. Per rimuovere il tartaro è necessario intervenire con una pulizia orale professionale.
- la gengiva si infiamma (gengivite).Più a lungo la placca e il tartaro rimangono sui denti, più irritano la gengiva e soprattutto la parte della gengiva attorno alla base dei denti, causando infiammazione. Col tempo, le tue gengive si gonfiano e tendono a sanguinare facilmente durante l’igiene orale. L’accumularsi di placca e tartaro può anche sviluppare le carie. Se non trattata, la gengivite può progredire fino alla parodontite e, conseguentemente, aumentare il rischio di una perdita dei denti.
Quali sono i fattori di rischio?
La gengivite è piuttosto comune e chiunque può svilupparla. I fattori che possono aumentare il rischio di gengivite includono:
- cattive abitudini di igiene orale
- fumare o masticare tabacco
- l’età avanzata
- bocca asciutta o xerostomia
- cattiva alimentazione, inclusa la carenza di vitamina C
- restauri dentali che non si adattano correttamente o denti storti difficili da pulire
- condizioni che riducono l’immunità come la leucemia o il virus dell’HIV
- sbalzi ormonali, come quelli legati alla gravidanza, al ciclo mestruale o all’uso di pillole anticoncezionali
- fattori genetici
- particolari condizioni mediche come alcune infezioni virali e fungine
Curare la gengivite allo Studio Dentistico Calvi
Si ritiene che l’infiammazione cronica della gengiva sia associata ad alcune malattie sistemiche come malattie respiratorie, diabete, malattia coronarica, ictus e artrite reumatoide. Il nostro personale consiglio è di non sottovalutare i sintomi della gengivite, anche quando si presentano sporadicamente e in forma lieve: lavati i denti almeno due volte al giorno, passa il filo interdentale almeno una volta, presta attenzione all’alimentazione e fissa una visita di controllo ogni 6 mesi.
L'infezione gengivale alla radice del dente
Molte persone scoprono di avere una malattia parodontale dopo aver notato gonfiore, indolenzimento o sanguinamento delle gengive. Ma questo potrebbe essere solo la punta dell’iceberg: il danno potrebbe estendersi molto più in profondità. Oggi parliamo dell’infezione gengivale.
L’infezione gengivale a livello delle radici dentali
Le malattie delle gengive sono causate principalmente dalla placca dentale, una sottile pellicola di batteri e minuscoli residui di cibo accumulati sui denti a causa di una scarsa igiene orale, di uno spazzolamento inefficace e per non aver utilizzato il filo interdentale. L’infezione delle gengive visibili è solo l’inizio: se non trattata, può avanzare ben al di sotto della linea gengivale e persino infettare il tessuto osseo a supporto dei denti.
Osservate speciali diventano, quindi, le biforcazioni della radice dentale: l’infezione gengivale dell’area compresa tra le due biforcazioni può causare l’indebolimento e il dissolvimento dell’osso.
Le compromissioni delle biforcazioni, questo il termine tecnico, possono essere classificate in tre classi rilevate attraverso il sondaggio parodontale manuale e/o con i raggi X:
- 1° Classe (o grado): perdita di tessuto parodontale in senso orizzontale inferiore ad 1/3 della dimensione del dente; il sondino, in genere, non penetra nella biforcazione più di 3 mm. Non vi è una significativa perdita ossea.
- 2° Classe (o grado): perdita di tessuto parodontale in senso orizzontale che supera un terzo della dimensione del dente, ma che non interessa tutta la biforcazione; il sondino, in genere, non penetra più di 5 mm. Vi è una definita perdita ossea poiché si forma una “tasca” che giunge in profondità sotto la corona dentale.
- 3° Classe (o grado): perdita di tessuto parodontale in senso orizzontale “passante”, che interessa cioè tutta la biforcazione. Si registra la perdita di osso maggiore con un’apertura sondabile sotto il dente praticamente da parte a parte.
Come trattare un’infezione gengivale
L’obiettivo fondamentale del trattamento delle malattie gengivali è rimuovere la placca e il tartaro da tutte le superfici dei denti e delle gengive. Ma rimuovere la placca al di sotto del bordo gengivale, specialmente nelle biforcazioni, può essere difficile. Per farlo ricorriamo a strumenti chiamati scaler per pulire la superficie della radice, assistiti a volte da apparecchiature ad ultrasuoni. Nel caso di un’infezione delle gengive a livello delle biforcazioni potremmo anche dover ricorrere a un intervento chirurgico per aiutare la rigenerazione del tessuto gengivale o osseo o per rendere più facile l’accesso all’area per la pulizia futura.
Naturalmente, il modo migliore per proteggersi da una compromissione delle biforcazioni è seguire tutte quelle virtuose pratiche che contribuiscono a prevenire in primo luogo le malattie delle gengive. Assicurati, quindi, di spazzolare e usare il filo interdentale quotidianamente e fissa un appuntamento nel nostro studio almeno ogni sei mesi per un’accurata pulizia dentale e un controllo.
Infezione alle gengive: come curarla
Non tardare a contattarci se riconosci sintomi legati alle malattie delle gengive. Prima riusciamo a identificarle, più è probabile che riusciremo a evitare che causi gravi danni alle gengive, alle ossa e ai denti. Contattaci al telefono, via mail e anche su WhatsApp per avere un appuntamento!
È vero che le malattie delle gengive sono più frequenti nelle donne?
Secondo uno studio effettuato dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention) la metà della popolazione americana (47,2%) dai 30 anni in su è affetta da malattie delle gengive in casi più o meno acuti. Sebbene queste patologie siano più comuni negli uomini (56,4% contro 38,4%), altri fattori legati alla salute femminile e ai livelli di ormoni rendono le donne più suscettibili in determinati periodi della loro vita. Vediamo quali sono i fattori di rischio.
Le malattie delle gengive
Innanzitutto è bene ricordare quali sono le patologie in questione. Le malattie delle gengive sono infezioni o infiammazioni che colpiscono le gengive o il tessuto osseo che circonda e supporta i denti. Le gengive si arrossano e si gonfiano e arrivano facilmente a sanguinare in presenza di questi disturbi e nei casi peggiori si arriva addirittura alla perdita di uno o più denti.
Queste spiacevoli controindicazioni possono essere evitate seguendo scrupolosamente le quotidiane regole dell’igiene orale e con frequenti visite dal dentista per sottoporsi alla rimozione professionale di placca batterica e tartaro.
I fattori di rischio per le donne
Gli sbalzi ormonali aumentano per le donne il rischio di sviluppare le malattie delle gengive.
- Pubertà – Con la pubertà aumenta la produzione di ormoni sessuali come il progesterone e gli estrogeni e questo provoca un incremento dell’afflusso di sangue alle gengive che di conseguenza può causare irritazioni in quegli spazi in cui si sono depositati residui di cibo. In questo periodo le gengive possono apparire più gonfie e sanguinare facilmente mentre ci si lava i denti o ci si passa il filo interdentale. In questo caso è sufficiente rispettare le buone pratiche dell’igiene orale quotidiana e i sintomi si attenueranno con il decrescere dei livelli ormonali.
- Mestruazioni – Le gengive di una donna sono soggette anche al ciclo mestruale. Nei giorni precedenti il periodo mestruale l’aumento del livello di progesterone può provocare rossore, gonfiore, sanguinamento e la comparsa di afte nel cavo orale, sintomi di quella che si chiama gengivite mestruale. Anche in questo caso basta lavarsi i denti e passare il filo interdentale con attenzione, i sintomi diminuiranno a ciclo mestruale iniziato.
- Gravidanza – L’aumento del livello di progesterone è ancora una volta il colpevole nelle gengiviti da gravidanza, che possono svilupparsi nel secondo e terzo mese. In questo caso è consigliato vedere un dentista per una pulizia dei denti professionale, in particolare nel secondo trimestre per tenere i sintomi a bada. Dovesse presentarsi questo tipo di gengivite, i sintomi dovrebbero comunque scomparire attorno all’ottavo mese.
- Contraccettivi orali – La pillola anticoncezionale aumenta la possibilità di sviluppare malattie delle gengive per le stesse ragioni legate al progesterone descritte sopra.
- Menopausa – Le donne in menopausa o in post menopausa potrebbero riscontrare qualche cambiamento nel comportamento del proprio cavo orale in risposta alla variazione dei livelli ormonali. Questo è molto più probabile per quelle donne che assumono supplementi progestinici. Una bassa percentuale di donne potrebbe sviluppare la cosiddetta gengivostomatite della menopausa, disturbo per cui le gengive appaiono secche o brillanti e il loro colore oscilla tra il rosso pallido e il rosso scuro. I sintomi possono anche includere un aumento della sensibilità al caldo e al freddo così come un anormale percezione dei gusti.
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